“L’autostrada Torino-Aosta ha il terribile potere di trasformare il territorio in un rapidissimo succedersi di monti, vigneti e paesi, appena intravisti e presto superati. Per fortuna questo “incantesimo” si può spezzare facilmente, mettendo la freccia a destra ed uscendo al casello di Quincinetto”.

Così leggiamo sul sito istituzionale del Comune di Quincinetto e ci riconosciamo: la Mostra Mercato Internazionale delle Librerie Antiquarie di Montagna ha messo la freccia, è entrata in Quincinetto e spera di portare molti altri a farlo.

Eccoci in una zona che era già conosciuta e frequentata, almeno in quota, durante la Preistoria, come testimoniano i ritrovamenti fatti dal Gruppo Archeologico Canavesano al Bric Renon (m.2266).

I primi insediamenti di fondovalle potrebbero risalire alle popolazioni Celto-Liguri.

In epoca romana Quincinetto era attraversata dalla via delle Gallie, realizzata da Augusto e il suo nome era castrum Quincenati, o Quincenacho.

Nei documenti medievali, il più antico dei quali è del 1222, viene anche citato come Castrum Quingenati (di un eventuale castello non rimane però alcuna traccia).

Feudo del Vescovo di Ivrea, venne ceduto al Conte Verde, Amedeo VI, il 30 Novembre 1357. A loro volta i Savoia lo concessero in giurisdizione ai Signori di Settimo Vittone.

La sua montagna, più boscosa e dirupata di quelle a sinistra della Dora, sale subito alle spalle del capoluogo e dai 295 metri di quota del fondovalle va a toccare quota 2596 alla Cima di Bonze, la più alta della Comunità. Ai suoi piedi si apre un’altra conca valliva, in leggero declivio, il Vallone di Scalaro, un luogo veramente suggestivo e ricco di mete, anche invernali. La bella mulattiera che sale verso Scalaro si affaccia, nel primo tratto, dalla sommità de La Rupe: la parete che si alza per 200 metri a picco su Quincinetto.

Quincinetto vanta ben tre falesie: il Diamante di Quincinetto (“Una quindicina di itinerari in questa falesia opera anch’essa di Mauro Zoppo come altre nelle vicinanze e di sicura garanzia” spiega il sito specializzato Gulliver.it), lo Scudo di Quincinetto e la Parete dei Fiori.

Siamo “librai della montagna”, perciò abbiamo parlato della montagna e delle pareti di arrampicata di Quincinetto prima ancora di parlare del paese.

Quincinetto conta 1050 residenti ed una superficie di quasi 18 Kmq. Sono cifre che ne fanno il terzo comune della valle della Dora Baltea Canavesana, inferiore solo a Borgofranco d’Ivrea e Settimo Vittone, ed il più esteso della riva destra.

L’aspetto esterno di Quincinetto tende a nascondere l’architettura rurale che ancora possiede: antiche case con i tetti in losa disposte lungo vie acciottolate. Interamente acciottolata è anche la graziosa piazza Vittorio Emanuele con la piccola cappella di Santa Marta, la massiccia torre campanaria e la chiesa parrocchiale intitolata a Gesù Risorto.

Lo scarso spazio disponibile non ha impedito ai Quincinettesi di sviluppare valide coltivazioni, come quella dei gustosi Cipollini d’Ivrea, in realtà prodotti esclusivamente qui.

Ed ecco iI sei prodotti De.C.O. (denominazione Comunale di Origine) che vanta il comune di Quincinetto:

Miassa: sottile e croccante rettangolo di farina di granturco cotta su apposite piastre, lungamente riscaldate sul fuoco. La ricetta delle Miasse prevede esclusivamente l’utilizzo di farina di granturco e acqua.

Murtrett: si ottiene dall’impasto di parti di tome (o cagliata sgocciolata derivante dalla preparazione della toma) locali con sale grosso, peperoncino rosso e cumino. Tradizionalmente il Murtrett viene consumato prevalentemente con le Miasse, con la polenta o con le patate lesse.

Salignun: è una preparazione alimentare ottenuta dall’impasto del formaggio Tumet con peperoncino e cumino. La popolazione locale è solita gustare il Salignun fresco spalmandolo sulle Miasse.

Cipollino: I cipollini di Quincinetto, qui coltivati fin dal XVII secolo, meglio conosciuti come cipollini di Ivrea, sono di piccolissime dimensioni, hanno gusto fine e delicato e forma preferibilmente sferica.

Buffia: viene coltivata a Quincinetto da centinaia di anni. Viene utilizzata per la preparazione del Salignun e del Murtrett, nei quali il peperoncino viene utilizzato secco, o fresco, frantumato in piccoli pezzetti.

Tumet: Il Tometto o Tumet è un formaggio fresco di latte vaccino, intero e crudo. Di forma cilindrica, ha  pasta bianca, compatta, morbida. Ha il sapore dolce del latte. Le forme freschissime vengono schiacciate per la preparazione del Salignun.